COGNOLA - Un
Martignano in parte bello ed in parte fortunato
conquista per la seconda volta nella sua
decennale storia la finale di Coppa Regione,
facendo suo un derby contro il Montevaccino
bello, vivace e combattuto fino all'ultimo
secondo. Assenze importanti per i rosanero
quelle di Gianluca Leonardi, Toffali e Pedrini,
ma ormai mister Leonardi è abituato a certe
emergenze e schiera in campo una formazione che,
soprattutto nel primo tempo, dimostrerà ottime
doti e grandi qualità, fisiche e non solo. La
prima frazione di gioco, infatti, è tutta di
marca rosanera: il Martignano riesce sempre a
tenere il pallino del gioco e, dopo un brivido
corso per una buona palla gol sprecata da
Simonetti al quarto d'ora, si fa vedere in
avanti creando almeno due ottime occasioni da
gol e portandosi poi in vantaggio. Prima, l'asse
Furlani-Pontalti offre a Mauro Tomasi una palla
d'oro che però il centrocampista rosanero, a tu
per tu con Guetti, si fa parare dall'ottimo
portiere gialloblù. Poi, è Zambarda a calciare
malamente un pallone respinto dall'estremo
ospite che forse aveva anche già oltrepassato la
linea di porta. Il gol però è nell'aria e
puntualmente arriva al 33°: Mauro Tomasi apre a
sinistra per Furlani che a sua volta imbecca
bene Zambarda all'interno dell'area;
l'attaccante rosanero serve in mezzo Marco
Pontalti, il quale difende bene il pallone e si
gira repentinamente calciando con estrema
preciso verso la rete un sinistro che si infila
a fil di palo. Passano pochi minuti e il
Martignano, sugli sviluppi di un calcio
d'angolo, colpisce il palo (complice anche una
deviazione di Guetti) con Dalprà. Nella ripresa
la gara cambia decisamente registro dal momento
che il Montevaccino vuole a tutti i costi
pervenire al pareggio e così, dopo dieci minuti
di calma, la squadra ospite parte
all'arrembaggio. Il Martignano fa fatica a
reggere soprattutto a centrocampo, facendosi
pericolosamente schiacciare nella propria metà
campo. Nonostante questo forcing asfissiante, il
Montevaccino non crea mai grossi problemi dalle
parti di Prete nella prima mezz'ora di tempo;
anzi, il Martignano avrebbe addirittura la
possibilità di raddoppiare con Dalprà, il quale
però si vede parare con un guizzo felino di Guetti un colpo di testa ravvicinato ormai
diretto in rete. Nell'ultimo quarto d'ora
fioccano invece le occasioni per il Montevaccino,
che ormai è schierato in campo con ben quattro
punte di ruolo. Ci prova in tre occasioni su
calcio piazzato, ma in tutte le circostanze il
pallone finisce ben lontano dalla porta difesa
da Prete. Una buona occasione capita poi sui
piedi di Andreatta, ma il suo tiro va a
spegnersi alto sopra la traversa. Nei minuti di
recupero le due maggiori palle gol per la
squadra di mister Roat: prima, un colpo di testa
di Diego Tomasi va a a sfilare sul fondo
lambendo il palo alla destra di Prete; poi,
quando ormai la lancetta segna il sesto e ultimo
minuto di recupero, si accende una furibonda
mischia in area (viziata però in principio da un
fallo su Prete non ravvisato dall'arbitro) con
una serie di batti e ribatti infiniti, ma che
non porta all'esito sperato dalla formazione gialloblù. Come detto in apertura, dunque,
partita vivace e sempre aperta, sostanzialmente
corretta, che ha dimostrato l'ottimo gioco che
questo Martignano può esprimere e i notevoli
progressi sul piano del gioco fatti in questa
stagione dalla compagine di Montevaccino. Sabato
prossimo ultimo e decisivo capitolo di questo
campionato: i rosanero si presenteranno sul
sintetico di Mattarello per bissare il successo
di tre anni fa, sperando di poter chiudere nei
migliore dei modi questa stagione, cominciata
malissimo, ma conclusasi davvero positivamente.
(Michele
Leonardi) |
LE PAGELLE
(di Michele Leonardi)
Prete
6,5:
poco
impegnato nel corso di tutta la gara, si fa
comunque trovare pronto quando la situazione lo
richiede. Nella mischia dell'ultimo secondo si
immola in più occasioni. Coraggioso.
Mongera
6:
soffre non poco Pasquali nel primo tempo che
sulla sua fascia gli prende sempre due-tre metri
sullo scatto. Meglio nella ripresa.
Freno a mano tirato. Dal 93°
Dascola A. s.v.
Iuni
6:
primo
tempo decisamente sotto tono: sbaglia molti
palloni e regala quasi un gol agli avversari.
Cambio di scarpe nell'intervallo e secondo tempo
più sicuro. Pit-stop.
Maccani
6,5:
grande corsa come il suo solito, in due
occasioni nel secondo tempo potrebbe anche
segnare, ma con modi non troppo gentili gli
avversari lo fermano. Ammonito salterà la
finale. Peccato.
Moser
6,5:
pulito e deciso come sempre negli interventi,
non concede nulla nemmeno nel gioco aereo a
dimostrazione di un piena maturità agonistica.
Direttore Lavori.
Dalprà
7:
da leader della propria area si inventa corsaro
dell'area altrui: nel primo tempo una sua girata
si stampa sul palo, nella ripresa è solo una
prodezza di Guetti a negargli la rete su colpo
di testa. Incursioni pericolose.
Tomasi
6,5:
nel primo tempo fa vedere grandi cose e
un'intesa perfetta con Pontalti e Furlani; nel
secondo tempo si vede costretto a
indietreggiare, causa anche un comprensibile
calo fisico. Sempre gazzella.
Franceschi
6:
ottimo nella prima frazione, soffre la
confusione che si crea a centrocampo nel secondo
tempo, cosa che lo mette in difficoltà, abituato
com'è alla linearità. Meta-fisico. Dall'80°
Zanghellini 6, che fresco di
paternità da' il suo contributo nel finale per
cercare di tenere su la squadra. Tanti auguri!
Zambarda
6,5:
un
gol a partita deve comunque divorarselo,
altrimenti si sente incompleto. Fortunatamente
questa volta riesce ad interpretare ottimamente
il ruolo, fornendo sempre pregevoli appoggi ai
compagni. Quando el sol el tramonta...
Pontalti
7:
mezzo
voto in più per il gol che vale la finale. Un
artista del pallone che offre sempre grandi
giocate, su tutte il sinistro in occasione della
rete. Botticelli. Al suo posto dal 66°
Dascola G. 6:
purtroppo quando entra lui la fascia sinistra è
spesso dimenticata e così può farsi vedere ben
poco. Mimetizzato.
Furlani 6: nel primo tempo se il quadriumvirato
offensivo con Pontalti, Tomasi e Zambarda offre dei fraseggi
davvero spettacolari, il merito è anche del
suo mancino sempre impeccabile. Nella ripresa la
sua classe viene offuscata dal gioco convulso e
deve fare legna in mezzo al campo. Legionario.
Signor
Es Sbbar
6:
sufficienza piena per il direttore di
gara che soltanto in alcune occasione sbaglia a
giudicare certe situazioni, sicuramente poco
aiutato da due assistenti poco inclini al ruolo.
Autonomo.
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